Dopo l’approvazione della Buona Scuola le retribuzioni dei docenti dei diversi ordini e gradi della scuola, sono state fissate da 6 fasce stipendiali. Fasce che, come ha lamentato spesso la Gilda degli Insegnanti, non basta per non finire sotto la soglia della povertà.
Si continua a sostenere che un docente, in possesso di laurea specialistica e abilitazione all’insegnamento, meriti uno stipendio iniziale di circa 1.300 euro al mese e che tale possa, probabilmente, rimanere per tutta la vita lavorativa di un terzo dei docenti.
Negli anni novanta, quando gli stipendi del personale della scuola certamente non venivano considerati alti, il trattamento economico e la progressione di carriera dei docenti erano senza dubbio migliori di quelli che gli ultimi Governi hanno messo in campo. Fino al 1995, prima dell’introduzione dei CCNL, lo stipendio era incrementato del 2,50% rispetto a quello base; per ogni triennio questa percentuale corrisponderebbe a circa 65 euro dello stipendio base netto del 2009.
Stipendio che è stato bloccato fino al Contratto Scuola di quest’anno, e presentava le seguenti tabelle stipendiali:
Quest’anno, ricordiamo, è stato firmato il primo contratto nazionale di lavoro del nuovo comparto Istruzione e Ricerca, valevole per il periodo 2018-2020. Un milione e duecentomila tra Docenti, Personale ATA, Ricercatori, Tecnologi, Tecnici e Amministrativi.
Il contratto è stato, inoltre, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 20 giugno 2018.
A mero titolo esemplificativo e solo per citare alcune categorie:
Qui di seguito, la tabella con le fasce stipendiali aggiornate dai relativi aumenti previsti dal Contratto.
E per il 2019? Attendiamo novità sul previsto rinnovo del contratto del Pubblico Impiego triennale prossimo, per capire cosa cambierà.